Docufilm in produzione sarà pronto in primavera 2020


Patrocini in fase di perfezionamento


Guido Keller nella Grande Guerra,

Sant'Anna d'Alfaedo, Lessinia e il Trentino

Il docufilm "Guido Keller, Ali ribelli" vuol portare a conoscenza del pubblico la storia di questo straordinario asso della Grande Guerra che fu un particolare personaggio però della vita italiana fino alla sua morte. Per la storia della Provincia di Verona, Lessinia e di Verona stessa il documentario apre scorci storici inediti al largo pubblico. Di seguito la sua breve biografia.

 

Grande guerra

 

Sottotenente del genio del Regio Esercito fu Attratto dal mondo dell'aviazione e prese il brevetto di volo civile presso il club del battaglione aviatori civili del campo di Torino-MirafioriVenne assegnato il 1º dicembre 1915 con il grado di sottotenente al Corpo Aeronautico Militare, destinato a operare sul Campo di aviazione di Verona-Tombetta, in seno alla 4ª Squadriglia caccia dotata di velivoli SAML/Aviatik B.I che dal 15 aprile 1916 diventò 73ª Squadriglia. 

 

Nel gennaio del 1916, il Comando del III° Gruppo Squadriglie, con sede a Verona Tombetta, eseguì delle ricognizioni sulla Val Sugana, il lago di Garda e la Valpolicella per individuare delle aree adatte ad essere impiegate come campi di aviazione quando i campi esistenti erano impediti ad operare a causa delle nebbie persistenti. Nella Valpolicella fu individuato un prato situato ad occidente di S. Anna di Alfaedo in località Loffe, precisamente Vezzarde, un falsopiano a mille metri di altezza a ridosso del monte San Giovanni, che domina l'abitato da nord-ovest. Il prato misurava circa 350 metri di lunghezza per oltre 200 di larghezza. Non era del tutto soddisfacente ai requisiti, ma si ritenne comunque utile allo scopo. Il campo di aviazione di S. Anna di Alfaedo, in Lessinia, fu dunque allestito nella primavera del 1916. Si trattava di un terreno per la maggior parte agricolo, coltivato a prato da sfalcio, di circa 32 ettari, il resto tenuto a bosco di alto fusto. Il terreno era di proprietà delle famiglie Vaona e Cona. Fu costruita una strada carreggiabile, percorribile fino a qualche anno fà, alcuni edifici per il ricovero di uomini e materiali, e degli hangar posti su un lato del campo al limitare del bosco. La sistemazione del campo di atterraggio richiese l'abbattimento di alcuni alberi e la rimozione  di due fila di pietre infisse nel terreno per delimitare le proprietà. L'idea di allestire un campo di volo sulle Vezzarde pare dovuto ad un singolare aviatore, Guido Keller, alla ricerca di un territorio adatto come alternativa a Verona Tombetta, spesso gravata da nebbie e, dal punto di vista militare, per trovare una base di decollo in altura, in modo da limitare il tempo necessario per portarsi in quota, e per rispondere più efficacemente agli attacchi portati sulla città. Keller comunicò la scoperta al Ten. Bergonzi, comandante della 75^ Squadriglia, e suo amico. I due si recarono in volo per una esplorazione. L'episodio così viene raccontato nel volume "L'Asso di cuori" di Ferrari, dedicato allo stravagante pilota-artista: " Di tanto in tanto i due compagni si guardavano per poi volgersi verso lo spettacolo fantastico che la natura, con l'ausilio dei quell'eccezionale punto di osservazione, serbava ai piccoli navigatori dell'aria. Candide cime, pendici nerastre, pulviscolo d'oro, silenzio e solitudine, cielo color cobalto. Nulla meglio di quella vista, poteva simboleggiare la smisurata bellezza  e la potenza espressiva del creato. Keller agitò una mano. Erano sul "campo"! un cocuzzolo coperto di neve! Bergonzi si volse verso l'amico con espressione di dubbio, che tradiva la domanda: Qui ti vedremo ad atterrare.. L'altro si dimostrò sicuro di sè quale scopritore di aeroporti e pilota inimitabile. Ridusse il motore, planò fino alla giusta quota ed arrivato al bordo del burrone, fece scivolare la macchina sul pendio in salita. Il solito scossone toccando, qualche lieve salto, il velivolo si fermò sulla bianca superficie di neve. La manovra era stata impeccabile. Bergonzi non potè che approvare, ammirato. Guarda - diceva intanto Keller con animazione - , là c'è il bosco per riposarci d'estate, quaggiù il paesino con la vecchia del caffè, li possiamo mettere gli "hangars", da quella parte  i ricoveri dei soldati...". La 73^ squadriglia arrivò a S. Anna di Alfaedo il 10 maggio 1916 e vi resta fino a settembre.  Ogni sera un velivolo scendeva fino al campo di Verona Tombetta per prestare il servizio di allarme e faceva ritorno a S. Anna il mattino seguente. La 73^ Squadriglia, dotata di velivoli Aviatik con motore da 140 CV era formata da 5 ufficiali piloti e 3 sottufficiali piloti.

 

Durante un volo notturno su Desenzano venne attaccato per errore da un idrocaccia italiano, che lo costrinse a disimpegnarsi con una serie di difficili manovre. Una volta atterrato giustificò i danni subiti dal velivolo con uno scontro sostenuto contro un aereo nemico, così da coprire l'errore commesso dal collega italiano. Nel 1916 conseguì il brevetto di abilitazione al pilotaggio dei caccia Nieuport Ni.10 e Nieuport Ni.11, allora costruiti su licenza presso la Macchi di Varese.

 

Nel febbraio 1917 venne assegnato all'80ª Squadriglia caccia, dove nel mese di maggio sfidò un collega austroungarico a un singolare combattimento manovrato che non prevedeva l'uso delle armi e il cui vincitore sarebbe stato colui che per primo si fosse messo in coda all'avversario. La sfida venne accettata ed egli ne uscì vincitore, dopo di che fu scortato verso le linee italiane da una pattuglia di aerei avversari.

 

Il 1º novembre dello stesso anno passò alla 91ª Squadriglia aeroplani da caccia comandata da Francesco Baracca. Quando Baracca non rientrò dall'azione in cui venne abbattuto sul Montello, Keller eseguì una missione di ricognizione, sorvolando più volte la linea del fronte in cerca del suo comandante, ma senza successo. Il giorno del funerale egli fu uno di quelli che trasportarono a spalla la salma di Baracca verso la sepoltura.

 

Poco prima della fine della guerra eseguì una missione di mitragliamento contro truppe nemiche vicino a Godega di Sant'Urbano. Nel corso dell'azione il suo velivolo venne ripetutamente colpito dal fuoco antiaereo ed egli rimase gravemente ferito a una gamba. Costretto a un atterraggio di fortuna venne preso prigioniero e ricoverato dapprima presso l'ospedale di Godega, poi in quello militare di Sacile. Fu liberato dalle truppe italiane dopo la battaglia di Vittorio Veneto. Dal 10 novembre è nella 90ª Squadriglia.

 

L'impresa di Fiume

 

Il 12 settembre 1919una colonna composta da circa un migliaio di legionari, al comando di Gabriele D'Annunzio, marciò per impadronirsi di Fiume, la cui annessione all'Italia era osteggiata dal presidente statunitense Woodrow Wilson. Tale impresa diede vita alla Reggenza del Carnaro, e Keller venne nominato "segretario d'azione" e capo dell'U.C.M. In pratica avrebbe dovuto assicurare i necessari rifornimenti di armi, viveri e materiali con qualsiasi mezzo.

 

Keller fu autore di autentiche imprese da corsaro, anche in circostanze spettacolari come quando, mancando gli approvvigionamenti a Fiume, razziò un maiale caricandolo sull'aereo. Il peso del maiale sfondò il fondo del velivolo e Keller si trovò a volare con un originale carrello di atterraggio. Keller portava a bordo del suo velivolo un servizio da tè con dei biscotti, particolare questo che contribuì ad accrescere la sua fama - voluta - di raffinato dandy. Come protesta per la firma del Trattato di Rapallo, volò su Roma a bordo di un biplano Ansaldo SVA  per lanciare un mazzo di fiori sul Vaticano e sul Quirinale,  in segno di omaggio, e un pitale smaltato con dentro un mazzo di carote e rape su Montecitorio, in segno di dispregio, accompagnati dalla scritta "Al Parlamento e al Governo che si regge con la menzogna e la paura, la tangibilità allegorica del Loro valore".

 

Durante il volo di rientro l'aereo fu costretto da una tempesta ad atterrare nelle campagne romagnole. Soccorso da alcuni contadini scoprì che si trovava nel territorio della Repubblica di San Marino. Accolto con calore dai capitani reggenti si improvvisò latore di un importante messaggio di D'Annunzio per il governo italiano. Vista la situazione ottenne dal governo sanmarinese le credenziali diplomatiche che gli consentirono di rientrare a Fiume,  oltrepassando il blocco imposto dal Regio Esercito. Fu l'unico legionario di giovane età autorizzato a dare del tu a D'Annunzio, con il quale pare avesse forti affinità caratteriali. Verso la fine del dicembre 1920 le truppe italiane attaccarono le difese legionarie di Fiume, ponendo fine alla Reggenza del Carnaro. Durante il periodo trascorso a Fiume diviene amico di Filippo Tommaso Marinetti. Egli lo iniziò al futurismo, cui aderì in seguito, ma solo per diventarne poi scontento.

 

Dopo Fiume

 

Deluso e amareggiato partì quindi per la Turchia, dove tentò di creare una propria compagnia aerea, ma non ebbe successo.  Rientrato in Italia aderì al fascismo, anche se i fascisti non si fidarono mai di lui per le sue aspre critiche. Partecipò alla marcia su Roma con una delle colonne dirette sulla capitale. Nel 1923 rientrò nell'aviazione militare, nominato addetto aeronautico presso l'Ambasciata d'Italia a Berlino, in Germania. Successivamente chiese di essere assegnato al servizio attivo e fu quindi mandato a Bengasi, in Libia. In quel periodo le truppe italiane erano impegnate in operazioni di polizia coloniale per contrastare le tribù ribelli che si opponevano all'espansione italiana. Rientrato in Italia partì per un lungo viaggio di esplorazione del continente sud-americano.

 

Risalì il Rio delle Amazzoni, visitò il Venezuela, arrivando fino in Perù come cercatore d'oro. Negli ultimi anni di vita abitò a Ostia, in povertà, sorretto solo dagli aiuti economici elargiti dai pochi amici rimasti. Fu amico di Mario de Bernardi e di altri aviatori del tempo. Morì all'età di trentasette anni, il 9 novembre 1929 nei pressi di Magliano Sabino, vittima di un incidente stradale dove morì anche la medaglia d'oro Vittorio Montiglio. Per volere di D'Annunzio venne sepolto sul Colle delle Arche del Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera, dove più tardi lo avrebbe raggiunto anch'egli.

 

 


VITTORIALE DEGLI ITALIANI

Straordinaria giornata al Vittoriale degli Italiani con il Presidente e storico Giordano Bruno Guerri,intervistato per il documentario "Guido Keller, Ali ribelli" La sua storia a Sant'Anna d'Alfaedo 1916 di Mauro Vittorio Quattrina. Fra i prestigiosi patrocini si aggiungono quelli della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e Fiume Gabriele d'Annunzio 1919-1920. L'aereo di Guido Keller ricostruito dallo scenografo Angiolino Belle', con nostra grande soddisfazione è stato donato al Vittoriale degli Italiani e li' verrà esposto. Bellissime le luci curate dal direttore della fotografia Giuseppe De Berti. Importantissimi sviluppi per le presentazioni del documentario.

BASE NATO DI SANT'ANNA D'ALFAEDO

AVIOSUPERFICE 1916

Primo sopralluogo e riprese di repertorio alla Base Nato di Sant'Anna d'Alfaedo, già aviosuperfice nel 1916 per la realizzazione dell'inedito documentario
" Ali Ribelli - Guido Keller" la sua storia a Sant'Anna d'Alfaedo 1916
ideato, scritto e diretto da Mauro Vittorio Quattrina.
Una giornata di studio e pianificazione con la collaborazione dell'Esercito Italiano, della Prefettura di Verona, del Comune di Sant'Anna d'Alfaedo con il Vice Sindaco Lucina Benedetti e della Stazione Carabinieri del Comune di Sant'Anna d'Alfaedo. Direttore della fotografia Giuseppe De Berti, Scenografo Angiolino Bellè e Direttore di Produzione Grazia Pacella.

TELENUOVO

A breve servizio della giornalista Susanna Carli - Telenuovo - sul docufilm "Guido KELLER, Ali ribelli" di Mauro Vittorio Quattrina e la pista d'aeronautica nella Grande Guerra da lui voluta, divenuta base NATO negli anni '60 a Sant'Anna d'Alfaedo. I sopralluoghi, le riprese e gli studi continuano.